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Introduzione
Le origini dei nomi di strade e piazze costituiscono
una parte della storia di una città, con
richiami a fatti e personaggi anche minimi ma
comunque degni di un certo interesse. In epoca
pre-unitaria una strada comunitativa ("della Comunità ",
cioè¨ "comunale") per essere tale doveva
soddisfare una delle due seguenti condizioni:
unire un borgo alla città oppure
unire due chiese tra loro; se nessuna delle due
condizioni esisteva, la strada era classificata
come vicinale cioè
non appartenente alla comunità
e quindi privata, seppur aperta al transito pubblico
(in pratica una strada di campagna). A sua volta
un borgo per essere definito tale doveva avere
una chiesa. Il nome di una strada può indicare
la sua destinazione provenendo dalla città,
per esempio via di Coteto, via dell'Origine, via
del Ponte dei Lami. Tra i primi nomi che le strade
anticamente ricevevano ci poteva essere quello
della famiglia proprietaria dei terreni sui quali
la strada stessa veniva aperta; in seguito molti
di questi toponimi furono cambiati ma alcuni esistono
ancora oggi (Azzati, Castelli, Cavalletti, Chiellini,
ecc.). Molti nomi della vecchia Livorno derivavano
da quelli di locande e osterie: Bandiere, Angiolo,
Frascato, Unghero, Falcone, Frusta, Satiro, Cappello,
Oro, ecc.
Altre
strade prendono nome dai mestieri che vi si
esercitavano: Materassai, Pellicciai, Lavandaie,
ecc. Le intense attività commerciali
legate ai traffici portuali portarono alla
creazione di numerosi magazzini per le merci
che a loro volta dettero il nome alle strade
sulle quali si affacciavano: acciughe, bottini
dell'olio, uffizio dei grani, ecc. Anche la
tradizione politica democratica formatasi
a Livorno durante il Risorgimento
ha influito sulla toponomastica con le numerose
strade dedicate a fatti e personaggi di quel
periodo storico. Oltre alle dediche generiche all'indipendenza, al risorgimento e all'unità d'Italia, si trovano Giuseppe e Anita Garibaldi, Nino Bixio, i Mille e i garibaldini Andrea e Jacopo Sgarallino, Giuseppe Cesare Abba, Giuseppe Bandi, Corrado Dodoli, Vincenzo Malenchini e Giovanni Salvestri; Giuseppe Mazzini, la Giovine Italia e i mazziniani Carlo Bini, Adriano Lemmi e Aurelio Saffi; i difensori di Livorno del 1849 Enrico Bartelloni, Giovanni Battista Maggini, Pietro Martini, Marco Mastacchi e la data dell'undici maggio che ricorda l'assedio della città da parte degli austriaci. |