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POPULONIA
LA CITTA' ETRUSCA
Viaggio nel Golfo di Baratti dagli Etruschi ai tombaroli di Fabio Marcaccini Lo
studio degli Etruschi da sempre ha portato ad associare
questo popolo al mistero, ai segreti, a quanto di più
bizzarro. Ed ancora oggi occultismo e credenze magiche,
fondano le loro origini, nei contorni mai ben definiti
di questi antichi abitanti anche di zone tanto vicine
a Livorno. Sulla loro origine e provenienza non ci sono
notizie sicure. Secondo il racconto di Erodoto, sarebbero
emigrati in Toscana dall'Asia Minore (Lidia) a causa di
una carestia. Secondo il resoconto di Livio, sarebbero
invece arrivati dal nord e secondo una terza tradizione,
riportata dallo storico Dionigi di Alicarnasso, sarebbero
invece autoctoni.
Populonia città Etrusca Populonia, unica grande città etrusca ad essere edificata interamente sul mare era il grande polo si-Derurgico dell’Etruria, la Pittsburg dell’antichità. Un’importante scavo ha messo alla luce nella parte est del Poggio della Porcareccia a Baratti, dove dal VI secolo in poi sorgerà la necropoli, un’area adibita all’attività siderurgica, un vera e propria zona industriale. Populonia ospita uno degli scenari più rappresentivi della civiltà etrusca, immerso nel verde che si affaccia sul mare. Nel parco testimonianze della nascita e dello sviluppo di uno dei maggiori centri della civiltà etrusca dove si trasformava il ferro elbano. Qui ritroviamo la via del ferro, che attraversa la parte monumentale del parco, necropoli, edifici industriali ed aree metallurgiche. Pannelli illustrano i principali monumenti che si trovano lungo il percorso. La via delle cave è un sentiero a forma di cerchio immerso nella vegetazione, che percorre la parte alta del parco, alla scoperta di antiche cave etrusche di calcarenite. Tutta l'area delle cave è stata usata in età ellenistica tra il IV e il III sec. a.C., per ricavarvi tombe a camera. Procedendo in senso orario, possiamo ammirare il golfo di Baratti, mentre dalla cava delle grotte, dal "belvedere", una veduta della val di Cornia. Area archeologica dell'Acropoli L’acropoli era difesa da possenti mura di cinta che racchiudevano i colli del Castello e del Molino o del Telegrafo, la cui costruzione potrebbe risalire alla seconda metà del VI secolo. Intorno al golfo di Baratti si estendeva invece la città bassa e il porto, con quartieri dove fervevano le attività produttive e commerciali. Qui avveniva la lavorazione dei metalli del Campigliese e dell'isola d'Elba (rame, ferro, gale-na) e dal suo approdo partivano traffici di primaria importanza. Dal commercio con altre città, arrivava la ceramica. Dal V secolo a.C. per favorire il commercio, nacque l’esigenza di coniare monete d’oro e d’argento. La difficoltà nel reperire in natura questi metalli, facilmente rimodellabili per trasformarli in ornamenti, serviva a dare valore al nuovo conio. Le monete di bronzo, nacquero successivamente, per dare un sempre maggiore potere d’acquisto. Questo, che fu uno dei primi esempi di uso di moneta in tutta la penisola italica, spiega in parte anche perché, popoli di un tempo antico, abituati a vivere di scambi commerciali e di saccheggi, sentivano già il bisogno di avere un loro conio, come fonte di ricchezza alternativa alle merci. |
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Edizione
IL QUINTO MORO
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