Piero
Barontini
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Piero Barontini (1919-2003) nasce e muore a
Livorno. La madre ha un negozio in Corso Mazzini,
chiamato "Le Mode" e con questo pseudonimo
egli firma i suoi primi lavori.
Spedito
al fronte greco durante la seconda guerra
mondiale, comincia a realizzare ritratti
della fidanzata e dei commilitoni, prendendo
coscienza delle sue capacità
artistiche, passa poi a dipingere a
olio su grandi tele di iuta. Influenzato
dall'impressionismo francese e, soprattutto,
dalla corrente toscana postmacchiaiola,
rielabora la sua ispirazione in modo
del tutto personale.
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"Non
dipingo dal vero", è solito dire,
"ma dal vero traggo l'ispirazione".
Non pittura, infatti, all'aperto, ma al chiuso del
suo studio, ripercorrendo con la memoria ciò
che ha visto nelle sue passeggiate: boschi, campi,
mercati, marine. I suoi soggetti preferiti sono le
vedute di Livorno, le case alte, i vicoli, gli archi.
Aleggia una sorta di malinconia sulla sua produzione
che ricrea paesaggi sul punto di sparire per lasciar
posto alla città moderna. I suoi personaggi
sono ritratti di spalle, con le mani in tasca, nell'atto
di andare via.
Barontini non ama esporre in gallerie e mostre ma
dipinge per collezionisti, continuerà a lavorare
ostinatamente con la mano sinistra, anche dopo che
un ictus gli avrà paralizzato la parte destra
del corpo. Morirà il dieci maggio, a ottantaquattro
anni, nel giorno del suo compleanno.
Patrizia Poli
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