Livorno e il suo porto quarta puntata
di Alessandro Brunetti
a cura di Patrizia Poli


Il "Molo Novo"


Ponte Grande ne "la Venezia Nuova"


Prima Porta San Marco


Porta San Marco


1600: nuova darsena


La Torre della Meloria

Lazzeretto San Jacopo


Lazzeretto San Jacopo


Lazzeretto San Leopoldo


Lazzeretto San Leopoldo

Il nuovo molo

I lavori del nuovo molo, detto "Cosimo", iniziano nel 1611 e sono ultimati nel 1620 ma già nel 1617 esso è in grado di servire per l'ancoraggio delle navi.
L'opera arditamente costruita in mare aperto verrà in seguito completata con un muro dorsale destinato a diminuire la violenza del vento sul porto, munito di un fortino alla punta, di un forte, detto della Sassaia, all'estremità sud, fornito di postazioni di artiglieria.
A nord lo specchio d'acqua è senza riparo dai venti di tramontana e di maestro. Quasi tutte le operazioni portuali si sono fino a questo momento svolte di fronte alla spiaggia presso il Marzocco, protetta dalla debole difesa delle secche della Meloria.
Il porto di Livorno, quale sarà per circa due secoli, i più gloriosi della sua storia, nel 1617 è ormai costruito.

Venezia Nuova

La prima grande opera compiuta dal successore di Cosimo II°, Ferdinando II° dei Medici, è la costruzione di nuovi quartieri. Accresciutosi il traffico marittimo e il numero delle case commerciali che gravitano nell'ambito portuale, si rendono necessari nuovi ampliamenti.
Il quartiere di Venezia Nuova, che riproduce la tipica fisionomia della regina dell'Adriatico, viene costruito su progetto del Cavalier Santi. La zona prescelta è quella a nord della città, luogo acquitrinoso e malsano, ideale però per l'espansione di una città commerciale e marittima. I vantaggi sono l'eliminazione di una zona così pericolosa a ridosso della città mediante opere idrauliche di prosciugamento e un'ampia disponibilità di magazzini per il ricovero della merce, serviti da una fitta rete di canali collegati col porto.
Il 6 Luglio 1629 hanno inizio i lavori. A mezzo di palafitte vengono creati 23 isolati con le abitazioni, i magazzini, gli edifici pubblici e le chiese, collegati da sette ponti: Ponte Grande di Venezia a tre archi, Piccolo o della Crocetta (oggi inesistente), del Luogo Pio, dei Domenicani, di Marmo della Via Borra, di S. Giovanni Nepomuceno, dei Lavatoi Vecchi.
Si possono così praticare 25 nuove strade e piazze.

San Marco

Per ampliare ulteriormente l'area della città, il Santi progetta anche un altro quartiere, quello di San Marco, situato più nel retroterra del precedente e sull'area resa disponibile dalla demolizione di gran parte della Fortezza Nuova. Infatti, con la costruzione dei due nuovi quartieri e le relative fortificazioni (Rivellino di San Marco e Forte San Pietro d'Alcantara) parte del fortilizio ha perduto lo scopo di difesa della città dal lato nord est.
I caratteri dei due nuovi quartieri sono profondamente diversi da quelli edificati pochi decenni prima, le case hanno maggior ampiezza e armoniose linee di architettura seicentesca.

Nuovo arsenale

La costruzione del nuovo arsenale, iniziata nel 1631 nella zona della Nuova Darsena, è portata a termine nel 1634. ha un'ottima attrezzatura per la produzione di grosse navi sia da guerra che mercantili in modo da potenziare la flotta del granducato.

Lazzaretto di S. Jacopo

Nel 1643 o 45 si inizia la costruzione di un nuovo lazzaretto, elemento essenziale di un porto che voglia attirare i traffici dai paesi orientali. Un utile provvedimento poiché le mercanzie sospette sono in numero sempre maggiore e i lazzaretti del Fanale e di San Rocco sono diventati insufficienti e le merci devono fare quarantena a Portoferraio e all'Isola del giglio.
Il Lazzaretto, situato a circa 1 Km a sud di Livorno, lontano dalla città a garanzia sanitaria, prende il nome dal borgo di S. Jacopo. Il canale dei lazzaretti "La Bassata" lo unisce a quello di San Rocco e, attraverso la rete dei canali interni, alla città e al porto.

Torre alla Meloria

A Ferdinando II° successe Cosimo III° dei Medici (1670 - 1723) col quale iniziò la decadenza della famiglia e che dal punto di vista costruttivo non fece molto. Volse comunque anch'egli la sua attenzione al porto, ampliando alcune franchigie e stilando un documento col quale ne proclamava la neutralità.
Per rendere sicura la navigazione lungo le coste della Toscana, fece innalzare un fortilizio in località "Romito" e una torre quadrata posta su quattro archi sopra le secche della Meloria, disponendo inoltre che le sue pareti fossero sempre tinte di bianco, per poter essere meglio avvistata.

Bottini dell'olio

Nel 1723 morì Cosimo III° e gli successe Gian Gastone, ma dopo pochi anni Livorno venne occupata dall'Infante Don Carlo di Spagna, designato successore al Granducato di Toscana dal trattato della "Quadruplice Alleanza".
Fu stipulato un accordo che prevedeva una pacifica convivenza fra gli Spagnoli e il Granduca, lasciando a quest'ultimo la sovranità e dando ai primi i maggiori poteri militari; così Gian Gastone poté occuparsi dei propri domini. A Livorno fece terminare i magazzini dell'olio detti Bottini dell'Olio (1731) capaci di oltre 24000 barili d'olio, costruzione iniziata da Cosimo III° nel 1705.
L'edificio era improntato a criteri architettonici pratici e adatti alle esigenze: le pareti interne di questi serbatoi vennero rivestite di lavagna e un filtro coperto di cotone fu introdotto per migliorare le proprietà dell'olio, specie di quello da spedire oltre mare.

Lazzaretto di San Leopoldo

Nel 1735 morendo Gian Gastone si estinse la dinastia dei Medici. Con la pace di Vienna, la Toscana passò ai Lorena e il granduca fu Francesco II° che, con una serie di atti economici, giuridici e amministrativi cercò di migliorare i traffici del porto. Questi traffici erano comunque già abbastanza ricchi e floridi ma il porto era in mano agli stranieri senza case commerciali e uomini di commercio propri, ed esplicava principalmente la funzione di intermediario negli scambi internazionali, funzionando da deposito e da base, con limitate importazioni ed esportazioni dal retroterra toscano. Ciò era molto pericoloso perché, con il progredire dei traffici e l'aumento dei costi, la funzione dell'intermediario poteva decadere, cosa che avrebbe gettato il porto di Livorno in una profonda crisi.
Nel 1780 fu costruito il Lazzaretto di San Leopoldo presso quello di San Jacopo, dove attualmente sorge l'Accademia Navale, per incrementare i traffici anche con i luoghi infetti. Nel 1790 Leopoldo I° fu chiamato al trono d'Austria e al granducato gli successe Ferdinando III° di Lorena.
Il periodo che va dal 1796 al 1814 fu uno dei più tristi della storia livornese; dopo alterne vicende a seguito del fermento presente in Europa, i Francesi occuparono il porto di Livorno, imposero nuove e gravose tasse, istituirono dazi e provocarono il blocco della città da parte degli Inglesi. Finalmente nel 1814 cominciò per Livorno un'era nuova di pace e prosperità con la restaurazione del governo dei Lorena e quindi di Francesco III° che proclamò, non solo il porto ma tutta la città, zona franca, cosa che non accadeva in nessun porto europeo.

FINE QUARTA PUNTATA

 
 

IL QUINTOMORO
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