Il "Molo Novo"
Ponte
Grande ne "la Venezia Nuova"
Prima
Porta San Marco
Porta
San Marco
1600: nuova darsena
La
Torre della Meloria
Lazzeretto
San Jacopo
Lazzeretto
San Jacopo
Lazzeretto
San Leopoldo
Lazzeretto
San Leopoldo
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Il
nuovo molo
I lavori del nuovo molo, detto "Cosimo",
iniziano nel 1611 e sono ultimati nel 1620 ma già
nel 1617 esso è in grado di servire per l'ancoraggio
delle navi.
L'opera arditamente costruita in mare aperto verrà
in seguito completata con un muro dorsale destinato
a diminuire la violenza del vento sul porto, munito
di un fortino alla punta, di un forte, detto della
Sassaia, all'estremità sud, fornito di postazioni
di artiglieria.
A nord lo specchio d'acqua è senza riparo
dai venti di tramontana e di maestro. Quasi tutte
le operazioni portuali si sono fino a questo momento
svolte di fronte alla spiaggia presso il Marzocco,
protetta dalla debole difesa delle secche della
Meloria.
Il porto di Livorno, quale sarà per circa
due secoli, i più gloriosi della sua storia,
nel 1617 è ormai costruito.
Venezia
Nuova
La prima grande opera compiuta dal successore di
Cosimo II°, Ferdinando II° dei Medici, è
la costruzione di nuovi quartieri. Accresciutosi
il traffico marittimo e il numero delle case commerciali
che gravitano nell'ambito portuale, si rendono necessari
nuovi ampliamenti.
Il quartiere di Venezia Nuova, che riproduce la
tipica fisionomia della regina dell'Adriatico, viene
costruito su progetto del Cavalier Santi. La zona
prescelta è quella a nord della città,
luogo acquitrinoso e malsano, ideale però
per l'espansione di una città commerciale
e marittima. I vantaggi sono l'eliminazione di una
zona così pericolosa a ridosso della città
mediante opere idrauliche di prosciugamento e un'ampia
disponibilità di magazzini per il ricovero
della merce, serviti da una fitta rete di canali
collegati col porto.
Il 6 Luglio 1629 hanno inizio i lavori. A mezzo
di palafitte vengono creati 23 isolati con le abitazioni,
i magazzini, gli edifici pubblici e le chiese, collegati
da sette ponti: Ponte Grande di Venezia a tre archi,
Piccolo o della Crocetta (oggi inesistente), del
Luogo Pio, dei Domenicani, di Marmo della Via Borra,
di S. Giovanni Nepomuceno, dei Lavatoi Vecchi.
Si possono così praticare 25 nuove strade
e piazze.
San
Marco
Per
ampliare ulteriormente l'area della città,
il Santi progetta anche un altro quartiere, quello
di San Marco, situato più nel retroterra
del precedente e sull'area resa disponibile dalla
demolizione di gran parte della Fortezza Nuova.
Infatti, con la costruzione dei due nuovi quartieri
e le relative fortificazioni (Rivellino di San Marco
e Forte San Pietro d'Alcantara) parte del fortilizio
ha perduto lo scopo di difesa della città
dal lato nord est.
I caratteri dei due nuovi quartieri sono profondamente
diversi da quelli edificati pochi decenni prima,
le case hanno maggior ampiezza e armoniose linee
di architettura seicentesca.
Nuovo
arsenale
La
costruzione del nuovo arsenale, iniziata nel 1631
nella zona della Nuova Darsena, è portata
a termine nel 1634. ha un'ottima attrezzatura per
la produzione di grosse navi sia da guerra che mercantili
in modo da potenziare la flotta del granducato.
Lazzaretto
di S. Jacopo
Nel
1643 o 45 si inizia la costruzione di un nuovo lazzaretto,
elemento essenziale di un porto che voglia attirare
i traffici dai paesi orientali. Un utile provvedimento
poiché le mercanzie sospette sono in numero
sempre maggiore e i lazzaretti del Fanale e di San
Rocco sono diventati insufficienti e le merci devono
fare quarantena a Portoferraio e all'Isola del giglio.
Il Lazzaretto, situato a circa 1 Km a sud di Livorno,
lontano dalla città a garanzia sanitaria,
prende il nome dal borgo di S. Jacopo. Il canale
dei lazzaretti "La Bassata" lo unisce
a quello di San Rocco e, attraverso la rete dei
canali interni, alla città e al porto.
Torre
alla Meloria
A
Ferdinando II° successe Cosimo III° dei
Medici (1670 - 1723) col quale iniziò la
decadenza della famiglia e che dal punto di vista
costruttivo non fece molto. Volse comunque anch'egli
la sua attenzione al porto, ampliando alcune franchigie
e stilando un documento col quale ne proclamava
la neutralità.
Per rendere sicura la navigazione lungo le coste
della Toscana, fece innalzare un fortilizio in località
"Romito" e una torre quadrata posta su
quattro archi sopra le secche della Meloria, disponendo
inoltre che le sue pareti fossero sempre tinte di
bianco, per poter essere meglio avvistata.
Bottini
dell'olio
Nel
1723 morì Cosimo III° e gli successe
Gian Gastone, ma dopo pochi anni Livorno venne occupata
dall'Infante Don Carlo di Spagna, designato successore
al Granducato di Toscana dal trattato della "Quadruplice
Alleanza".
Fu stipulato un accordo che prevedeva una pacifica
convivenza fra gli Spagnoli e il Granduca, lasciando
a quest'ultimo la sovranità e dando ai primi
i maggiori poteri militari; così Gian Gastone
poté occuparsi dei propri domini. A Livorno
fece terminare i magazzini dell'olio detti Bottini
dell'Olio (1731) capaci di oltre 24000 barili d'olio,
costruzione iniziata da Cosimo III° nel 1705.
L'edificio era improntato a criteri architettonici
pratici e adatti alle esigenze: le pareti interne
di questi serbatoi vennero rivestite di lavagna
e un filtro coperto di cotone fu introdotto per
migliorare le proprietà dell'olio, specie
di quello da spedire oltre mare.
Lazzaretto
di San Leopoldo
Nel
1735 morendo Gian Gastone si estinse la dinastia
dei Medici. Con la pace di Vienna, la Toscana passò
ai Lorena e il granduca fu Francesco II° che,
con una serie di atti economici, giuridici e amministrativi
cercò di migliorare i traffici del porto.
Questi traffici erano comunque già abbastanza
ricchi e floridi ma il porto era in mano agli stranieri
senza case commerciali e uomini di commercio propri,
ed esplicava principalmente la funzione di intermediario
negli scambi internazionali, funzionando da deposito
e da base, con limitate importazioni ed esportazioni
dal retroterra toscano. Ciò era molto pericoloso
perché, con il progredire dei traffici e
l'aumento dei costi, la funzione dell'intermediario
poteva decadere, cosa che avrebbe gettato il porto
di Livorno in una profonda crisi.
Nel 1780 fu costruito il Lazzaretto di San Leopoldo
presso quello di San Jacopo, dove attualmente sorge
l'Accademia Navale, per incrementare i traffici
anche con i luoghi infetti. Nel 1790 Leopoldo I°
fu chiamato al trono d'Austria e al granducato gli
successe Ferdinando III° di Lorena.
Il periodo che va dal 1796 al 1814 fu uno dei più
tristi della storia livornese; dopo alterne vicende
a seguito del fermento presente in Europa, i Francesi
occuparono il porto di Livorno, imposero nuove e
gravose tasse, istituirono dazi e provocarono il
blocco della città da parte degli Inglesi.
Finalmente nel 1814 cominciò per Livorno
un'era nuova di pace e prosperità con la
restaurazione del governo dei Lorena e quindi di
Francesco III° che proclamò, non solo
il porto ma tutta la città, zona franca,
cosa che non accadeva in nessun porto europeo.
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