In
una società che globalmente sta vivendo una crisi così
profonda da coinvolgere persino le dinamiche culturali e tanto
ampia da non riuscire ancora a stimarne realisticamente gli
effetti presenti e futuri, ci si chiede quale possa essere
il ruolo dell'arte, apparentemente un' inutile categoria che
sempre con più difficoltà riesce a strappare
l'attenzione di politiche blindate all'autoconservazione.
In un mondo sempre più distante dalle reali esigenze
del vivere quotidiano, in un mondo in cui ci riconosciamo
sempre meno, in un mondo sempre più insensibile ad
investire in cultura poiché la sua incidenza economica
si muove in percentuali insignificanti sui PIL nazionali,
ci si chiede quali inutili sforzi l'arte debba compiere per
giustificare la sua sopravvivenza.. Mentre tutto può
sembrare incline ad un imbarbarimento di valori, anche spirituali,
dove l'economia è divenuta virtualità autoreferenziale,
come quella finanziaria, dove la comunicazione sembra essere
stata fagocitata dai mass media, dove tutto sembra pronto
a implodere da un momento all'altro, ci sono sentori di uno
shock culturale in atto, una sorta di shock terapeutico di
sopravvivenza. Una terapia d'urto culturale si può
realizzare attraverso la creatività, coscienti di una
sua inutilità solo apparente, dal momento che essa
mette in moto sinergie e pensieri che, attraverso l'ironia,
la provocazione, la riscoperta di emozioni sopite, permette
di poter distinguere, e dunque scegliere individualmente,
ciò che non ci appartiene. L'utilità di poter
scegliere rende gli uomini liberi, liberi di pensare persino
di poter cambiare un mondo che non piace più. Non attraverso
formule utopistiche ma utilizzando la forza dell'aspetto ludico
della vita quotidiana. La rottura di schemi precostituiti
ha messo in evidenza le contraddizioni di una società,
innescando involontariamente la ricerca di nuovi mezzi, di
nuove strade espressive e comunicative. La creatività
attraverso forme d'arte ha sempre stimolato il progresso dell'umanità.
Fin dal Paleolitico, quando l'uomo riusciva a malapena a soddisfare
i propri bisogni primari, ha avuto bisogno di segnare e arricchire
la propria vita di forme artistiche. Già questo dovrebbe
far comprendere la forza e l'importanza di un valore che,
seppur inutili, permette di creare le dinamiche utili a migliorare
la qualità dei luoghi e il senso della vita quotidiana
delle persone. Chi rimane insensibile al crollo di Pompei,
chi è pronto a scaricare le proprie responsabilità
per il dissesto culturale del nostro mondo, non può
non accorgersi che l'arte può essere uno dei mezzi
culturali per rivoluzionare un pensiero, una filosofia di
vita.
Mi astengo oggi dalla bolgia dei partiti , ma sostengo da
sempre il dialogo democratico attraverso il fare...Cultura,
poichè cio' mi appartiene per il percorso che ho fatto
e continuo a fare: il conformismo esiste eccome e le scelte
sulla cultura in particolare sull'Arte, è un vecchio
problema che emerge a singhiozzo, si costruiscono miti intorno
al vuoto....il dialogo è inesistente perchè
anche nel "fare cultura" c'è la spartizione cieca e
sorda beota di cio' che fà comodo a questo sistema.....che
ovviamente è in decadenza per una mancanza di evoluzione...altro
che congressi, candidature ed altro sciarpame ormai finito...siamo
cresciuti, siamo adulti, siamo liberi di pensare ed esternare
democraticamente ...per dirla con [Jean Cocteau]… Il
dramma della nostra epoca è che la stupidità
si è messa a pensare.
(Franco Sumberaz)