"Il disegno del Fattori", dice l'Argan, "non
è il disegno accademico, generico ed evasivo; è,
com'era nella cultura figurativa toscana del Quattrocento,
un disegno che penetra, definisce, incide."
Salto
delle pecore
(clicca sulla foto) |
Giovanni
Fattori (1825 - 1908) è nato a Livorno ma si
è poi trasferito a Firenze, entrando in contatto
con il gruppo dei pittori che si riuniva al caffè
Michelangelo, in via Larga (ora via Cavour).
Parte come romantico ma la sua maturità artistica
e il suo momento più prolifico si concentrano
dopo i quarant'anni quando, insieme a Telemaco Signorini
e a Silvestro Lega, diventa uno dei principali artisti
macchiaioli. |
Il fenomeno è precursore dell'impressionismo e
si lega al quadro ideologico risorgimentale, del quale
Fattori fa parte come fattorino del Partito d'Azione e
del cui assedio di Livorno conserverà memoria indelebile.
Secondo la teoria macchiaiola, il pittore deve rendere
il vero come lo percepisce il suo occhio, con chiazze
colorate di luce e di ombra, senza pregiudizi culturali.
Fattori, infatti, si considera "uomo senza lettere",
capace di cogliere il presente, il momento in atto. E,
tuttavia, l'identificazione dell'artista col soggetto
non si raggiunge mai, si ha sempre una testimonianza,
un commento, una valutazione etica. Uno dei suoi temi
preferiti è la vita militare, colta nella quotidianità,
l'altro grande soggetto è il paesaggio rurale della
Maremma, con butteri, erbaiole, acquaiole, buoi e cavalli.
Nella sua vita, Fattori è spesso in difficoltà
economiche, torna a Livorno per assistere la moglie malata
la quale, poi, muore di tubercolosi. Il pittore, allora,
si dà a viaggiare, visitando l'Europa, gli Stati
Uniti e il Sudamerica. Dalle nostre parti, soggiorna anche
a Fauglia e a Castiglioncello, ospite di amici.
Verso la fine della sua carriera artistica si dedica all'acquaforte,
tecnica consistente nell'incisione di una lastra di metallo
tramite acido.
Muore a Firenze nel 1908.
Riferimenti
G.C. Argan, "Storia dell'arte italiana, Sansoni,
1979
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