Amedeo Modigliani (1884 - 1920) nasce a Livorno, da ebrei
sefarditi. Suo padre è un cambiavalute impoverito,
in famiglia ci sono casi di depressione, un fratello viene
incarcerato. Minato dalla tbc fin da piccolo, è
testardo, indipendente, bravissimo nel disegno, diventa
allievo di Guglielmo Micheli e conosce Giovanni Fattori
e Silvestro Lega.
La maggior parte della sua vita vede come teatro Parigi,
crogiolo di cultura, sede di tutte le sperimentazioni
e le avanguardie. Qui Amedeo incarna l'icona dell'artista
maledetto, vivendo prima a Montmatre e poi a Montparnasse,
venendo a contatto con Toulouse - Lautrec e Cézanne.
Contemporaneo dei cubisti senza esserlo, influenzato dal
fauvismo espressionista, piuttosto che dall'impressionismo,
dall'uso del colore puro in funzione anche emotiva oltre
che costruttiva, dall'abolizione del chiaroscuro e della
prospettiva, dai contorni netti, Modì frequenta
Picasso e Utrillo, sviluppando uno stile suo, personale,
che attinge a suggestioni arcaiche e africane.
Parte come scultore, creando maschere stilizzate, egiziane,
primitive, ma la polvere aggrava i suoi polmoni già
malati e deve orientarsi sulla pittura, sebbene scriva
anche poesie. Il suo interesse si concentra sulla figura
umana. Nel suo lavoro è veloce, riesce a terminare
un ritratto in un paio di sedute e poi non lo ritocca
più, ma essere dipinto da lui, dicono, è
come "farsi spogliare l'anima". I suoi nudi
sono considerati scandalosi, le sue mostre vengono chiuse,
i suoi quadri più belli venduti per pochi spiccioli.
Torna a Livorno nell'estate del 1909, malaticcio e logorato,
ma riparte subito per Parigi. I pochi soldi finiscono
tutti in alcol e droghe, si lega sentimentalmente a diverse
donne - Beatrice Hastings, scrittrice inglese, Lunia Czechowska
- ha un figlio naturale che non riconosce poi, improvviso,
scoppia l'amore con Jeanne Hebuterne, la passione folle
di tutta la sua breve vita.
Jeanne è bella, ha occhi azzurri, lunghi capelli
castani, un carattere docile e dipinge con grande sensibilità.
Le loro anime sono affini, il loro amore è di quelli
che vanno oltre la morte, gli partorisce una figlia che
si chiama Jeanne anche lei.
Modigliani muore di meningite tubercolare delirando fra
le braccia della straziata Jeanne, incinta al nono mese.
Gli fanno un gran funerale, che sfila per le vie di Parigi.
Il carro è coperto di fiori, seguito da un lungo
corteo di pittori, di scultori, di modelli, tutti gli
artisti di Montmatre e Montparnasse riuniti. Le spoglie
vengono sepolte al Pere Lachaise. Jeanne non regge alla
separazione, non può vivere senza Amedeo, neanche
per la figlia Jeanne o per il nascituro. Si getta dalla
finestra e perisce con la creatura che ha in grembo. La
famiglia non vuole altri scandali, la fa seppellire in
un altro cimitero, lontana dal suo amato. Sarà
solo nel trenta che verrà data l'autorizzazione
a traslarla e inumarla vicina ad Amedeo.
La figlia Jeanne cresce a Firenze, in casa di una zia
paterna, e, da adulta, scrive una importante biografia,"Modigliani
senza leggenda" che, insieme al libro di Corrado
Augias,"Modigliani, l'ultimo romantico", è
una delle principali fonti d'informazione sulla vita del
pittore scomparso. Da segnalare anche il film "Modigliani,
i colori dell'anima", del 2004, di Mick Davis.
La figlia Jeanne muore cadendo dalle scale mentre si discute
sull'autenticità o meno delle teste ritrovate nei
fossi, sulla sua fine aleggia il sospetto dell'omicidio.
L'altro figlio, quello non riconosciuto dal pittore, cresce
in Francia e diventa sacerdote. Il resto della famiglia
è sepolto a Livorno, nel nuovo cimitero ebraico
dove, a ricordo di Modì, c'è solo una lapide.
Dopo la morte di Modigliani, le sue opere sono vendute
per cifre astronomiche.
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