Cerchiamo di ricordare per un istante la grande sofferenza che
proviamo ogni volta che, presi dal bisogno fisiologico, ci
troviamo di fronte ad una turca. E chiaramente non parlo dell'uomo
e della sua necessità di far pipì. Le donne invece
di fronte a quell'inavvicinabile buco vespasianico, come colte
dal panico, sembrerebbero quasi preferire farsi tutto addosso.
Ora,
invece, proviamo ad immaginare - a ricordare per i non più
giovani, gli over 50 per intendersi, una vita non solo senza
la vasca idromassaggio, la cabina doccia e il lavandino col
miscelatore, ma anche senza il bidet e addirittura il water.
Magari senza neanche il gabinetto in casa ma un vero cesso,
per di più comune e posizionato all'esterno
della propria abitazione. Per aver provato questo basta andare
indietro nel tempo di una cinquantina d'anni. Ma cosa accadeva,
invece, cento anni fa nella nostra Livorno e non solo?
La ricevuta di un servizio di svuotatura effettuato
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La
vuotatura dei pozzi neri. Fino
quasi l'inizio della Prima Grande Guerra (si parla degli
anni 1915/18) il servizio che consentiva lo svuotamento
dei pozzi neri era svolto in maniera molto artigianale.
A Livorno, il servizio municipale consisteva di un carro
trainante una grande botte metallica e mosso a trazione
animale, seguito a sua volta da un carroccio più
piccolo, tirato da due braccianti e munito di una pompa,
da azionare al bisogno. La pompa veniva collegata con
un tubo di gomma alla botte, mentre un altro tubo di diametro
maggiore veniva a sua volta calato all'interno del pozzo
nero per pescare il liquame. Azionando la pompa si creava
una aspirazione in grado così di svuotare il pozzo
di raccolta e riversare il tutto nella botte. Sul mezzo
stava scritto "vuotatura inodora".
Mah... sarà da crederci?
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