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Tornando
a casa
di
Gordiano Lupi
Tornando
da Milano rivaluto la mia bistrattata Piombino, piccola
città di mare abbandonata tra sentore d'acciaio
e profumo di scogliere. Percorro vecchie strade senza
sosta, alla ricerca del mare, quel mare che tanto mi
manca nella distanza e che do per scontato quando lo
trovo a portata di mano, d'olfatto, di vista. Rivedo
angoli di tetti sporgenti tra le scogliere, cadenti
ricordi d'archeologia industriale, pinete che protendono
rami nel cielo, braccia ritorte piangendo preghiere.
Sogno un bambino che corre tra prati d'illusione, memoria
d'un passato che si fa ricordo, mentre intorno fiorisce
una parvenza di primavera. Penso che fino a ieri tutto
era neve e dolore, ghiaccio e disperazione, freddo e
timore. Scorgo il volo d'un gabbiano, a volte ho odiato
la sua altera presenza, ma adesso provo un senso di
pace, mi conforta vederlo, mi basta quel profilo imponente
sul tetto d'una casa di mare, ché solo a Piombino
ho visto condomini sulle scogliere, unica città
al mondo edificata a misura d'operaio. Rivedo lo chalet
sul mare, il bar nella piazza ai caduti, dove al mattino
giardinieri svogliati compongono la scritta Salivoli
con piante grasse. È il bar dove ho bevuto l'ultimo
caffè con mio padre, prima che se ne andasse,
il bar dove ogni tanto lo rivedo sorridente davanti
alla tazzina di caffè. E poi dicono che non esistono
i fantasmi. Non vi fate ingannare. Certo che esistono,
invece. Sono dentro di noi, accompagnano una vita raminga,
provvisoria, sono la nostra guida, per noi che non siamo
Dante ma non possiamo restare orfani di Virgilio. Il
vento di scirocco mi penetra i sensi impregnato di salmastro.
D'un tratto comprendo l'angoscia di Cabrera Infante,
le ultime ore in un letto d'ospedale, lontano dalla
sua terra, al termine d'un esilio che supera i confini
della vita. Povero Guillermo, che quando scriveva di
cinema si faceva chiamare Caín, quanta tristezza
morire a Londra sognando il lungomare dell'Avana, i
ragazzini bagnati dagli schizzi dell'oceano, i venditori
di rum, i froci, le puttane, le case cadenti, i cabaret
sulle scogliere, gli alberghi di undici piani che scoprono
un cielo stellato. Quanta tristezza.
Piombino,
2 marzo 2013
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