Vincent Spasaro
Vincent
Spasaro
Il demone sterminatore
Cronache dal fiume senza rive
Edizioni Anordest - Pag. 682 - Euro 15,90
|
Non
c'è modo migliore per presentare Il demone
sterminatore che prendere in prestito le parole dette
nel corso di una recente presentazione da Eugenio
Saguatti: "Non saprei come collocarlo in libreria.
È un dark-gothic-horror-fantasy-epic-adventu
e altro ancora. Consigliato a chi ama le robe fosche,
apprezza gli sconfinamenti di genere, cerca personaggi
complicati, fuori dagli stereotipi, vuole una lunga
e sporca avventura. Vivamente sconsigliato a chi pensa:
il fantasy è per ragazzini, non somiglia per
niente a Tolkien, che palle, non ci sono elfi, il
fantastico italiano non produrrà mai niente
di valido ed esportabile".
La collana Criminal Brain di Edizioni Anordest colma
un vuoto in tema di saghe fantasy per adulti con un
romanzo innovativo, scritto da Spasaro, senza dubbio
ispirato dalla narrativa horror - fantastica di Alan
D. Altieri e Valerio Evangelisti.
Tre cacciatori inseguono un pericoloso criminale che
si è macchiato del più orrendo dei delitti,
si muovono lungo un fiume senza rive, cercano di catturare
un terribile demone sterminatore che potrebbe essere
ovunque, nascosto in un mondo fatto di tranelli, dove
le radici degli alberi si cibano di bambini indifesi.
Un dark fantasy originale e ben scritto, con un linguaggio
poetico e letterario, curato nelle descrizioni degli
ambienti fantastici, come una scenografia di un film
di Mario Bava, dai colori cupi e accesi tipici del
gotico, ma a tratti angoscioso come un vecchio postatomico.
Un esempio di stile: "Le mie terre sono monti
torreggianti a meridione e un mare ghiacciato a Nord.
Sono cresciuto su di un porto che puzzava di pesce
di altura. Venuto su con addosso la puzza di pesce
e il freddo intenso nelle ossa, e ormai ho l'impressione,
a tanti anni di distanza, che me li porterò
dietro finché campo, anche su questo fiume
dove non si è mai visto alcun pesce".
Ogni capitolo è un canto, ogni singola storia
si fonde e si concatena alle altre, senza la minima
sbavatura, andando a comporre un corpus fantastico
che crea un mondo infernale, apocalittico, oscuro,
dove a ogni angolo si nasconde un pericolo.
Vincent Spasaro parte dalla tradizione per scrivere
cose originali, omaggiando i classici. Intende il
dark fantasy come il fantasy di Howard (Conan il barbaro),
Smith (le storie dell'universo Zothique) e Lovecraft,
autore onirico che conosce bene. I suoi maestri sono
gli scrittori americani degli anni Trenta che facevano
capo alla rivista Weird Tales. Il suo fantasy è
molto oscuro, non è certo un Tolkien per ragazzini,
ma ricorda molto da vicino George Martin (Le cronache
del ghiaccio e del fuoco). Riconosciamo tra le letture
di Spasaro il fantasy oscuro di Micheal Moorcock (Elric
di Melniboné) e di Robert Hodstock. Non mancano
riferimenti alla narrativa horror di Stephen King
e Clive Baker, ma anche al fantastico di Jack Vance,
Poul Anderson, Ursula K. Le Guin, Dan Simmons e Serge
Brussolo.
Abbiamo
avvicinato Vincent per porgli alcune domande.
Perché un dark fantasy dopo il Segretissimo
edito da Mondadori?
Perché mi piace
variare. Fermo restando che amo scrivere di cose oscure,
ritengo umilmente che il mio spettro narrativo sia
abbastanza ampio. Avevo gran desiderio di pubblicare
qualcosa di molto epico e tragico, un racconto che
interessasse non solo un mondo ma un universo pieno
di leggende, storie, religioni e società variegate,
e impiantarvi una tragedia. Credo nella forza catartica
della narrazione di storie. Volevo cimentarmi stavolta
con qualcosa di molto variegato, senza necessariamente
aderenze col reale come è stato invece per
Assedio. Un omaggio a molti dei miei scrittori preferiti
come Lovecraft, Moorcock, Brussolo
Credi che il fantasy per adulti possa avere un
mercato in Italia?
Penso proprio di sì,
come ha dimostrato George Martin. La nostra è
la patria delle storie oscure e avventurose, sia per
la tradizione ancestrale del bacino mediterraneo con
le sue grandi civiltà che per il percorso storico
travagliato e denso di avvenimenti che ha interessato
la penisola nei secoli. Se Shakespeare ambientava
in Italia certi suoi drammi, un motivo ci sarà
pur stato. Il problema, più che il fantasy
per adulti, mi sembra il mercato. Al momento vedo
che, per vari motivi che coinvolgono il deterioramento
culturale e sociale della nazione, il mercato editoriale
è uno stagno melmoso in cui tutti fanno fatica
a sopravvivere. Reiterando un circolo vizioso, l'editore
osa pochissimo e il lettore viene invogliato a scegliere
temi che considera sicuri, separando lo scrittore
italiano, che deve per forza scrivere di certi argomenti
inerenti spesso più al proprio ombelico che
altro, da quello straniero che può permettersi
di divertire e appassionare.
Assedio uscirà in libreria, dopo l'edizione
da edicola?
Sì.
Sono orgoglioso di annunciarvi che a Settembre verrà
ripubblicato da Anordest in un'edizione totalmente
rivista. Credo molto in questo romanzo che esplora
un'altra strada da me molto amata: l'orrore paranormale
qui mescolato col thriller adrenalinico e l'hard boiled.
Si tratta sempre di terrore e morte, naturalmente,
come immagina chi mi conosce. Ma in Assedio l'orrore
sovrannaturale va a infilarsi nelle pieghe dello spaventoso
assedio della città di Sarajevo degli anni
90. Lo stile è molto diverso ma il batticuore
assicurato.
Chi è il lettore ideale della tua storia?
Probabilmente il lavoratore
che in metropolitana ha bisogno di staccare coi problemi
della vita quotidiana e sfogare nei risvolti di una
storia fantastica o orrorifica le sue frustrazioni.
Chi insomma non desidera che gli si indichi per forza
una strada di vita e gli si facciano prediche. La
letteratura di genere ha aiutato un sacco di gente
a trovare una finestra da cui guardare per un attimo
altre prospettive, e ancor prima, per secoli, la narrazione
orale di storie straordinarie nelle case dei nobili
come dei contadini ha appassionato grandi e piccini.
Perché non continuare?
Leggete
Vincent Spasaro, se amate il fantastico e l'avventura.
Non ve ne pentirete.
|