Elisa
Baciocchi e il fratello Napoleone
Storie francesi
da Piombino a Parigi
di Elisa Davoglio
Elisa
Baciocchi e il fratello Napoleone
Storie francesi da Piombino a Parigi
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Un
libro di Roberto Mosi [Edizioni
Il Foglio]
Nel
percorrere la vita della protagonista del libro di
Roberto Mosi, la sorella di Napoleone Elisa Baciocchi,
la curiosità è immediatamente deviata
sulla biografia dell'autore. Apprendiamo che Roberto
Mosi è anche autore di sillogi di poesia e,
tra i titoli pubblicati, due si pongono immediatamente
in rilievo: "Luoghi del mi-to" e "Nonluoghi".
L'impressione di lettura delle prime pagine trova
dunque un primo riscontro. Siamo in presenza di un
tracciato, forse l'ultimo (sebbene in prosa), di una
trilogia dedicata allo spazio fisico (o non fisico
- comunque non soltanto mentale). E in effetti la
dedica posta in esergo al testo è, appunto,
rivolta alla città di Piombino, senza dissimulare
l'atto di amore al luogo (ai luoghi) che pervade l'opera:
"A Piombino […] / un paesaggio di grande
poesia". Si potrebbe, quindi, cominciare la lettura
del libro con l'aspettativa di un visita-tore che
sta per essere condotto alla scoperta di luoghi noti
attraverso un per-corso del tutto inedito, in presenza
di una sorta di genius loci (la Baciocchi) che nello
spazio curvato dal tempo protegge la storia di quei
luoghi e allo stesso tempo ci invita e ci conduce
a sposare la legge della relatività per unirsi
al suo cammino.
Siamo dunque nel presente della narrazione, percorriamo
il passato remoto della storia e ci proiettiamo nel
futuro di viaggio personale.
Da dove partiamo? Evidentemente da Lucca, prima assegnazione
ai coniugi Ba-ciocchi (Elisa e Felice) da parte di
Napoleone (Principato di Lucca e Piombino). Il viaggio
prosegue poi per le altre città toccate dalla
reggenza dei coniugi (Livorno, Pisa, San Miniato Massa
Carrara).
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Su
questi luoghi Elisa Baciocchi condusse una tangibile
azione riformatrice e creativa, attraverso una
guida matura e responsabile, sufficientemente
autono-ma seppure sempre nel segno del potere
del fratello minore Napoleone.
Curiosa e intraprendente figura quella di Elisa,
di cui Mosi traccia un profilo pie-no e significativo,
grazie ad un profondo lavoro di studio della
storia e delle te-stimonianze attorno alla donna
e al periodo che portò in Italia profondi
cambia-menti nella politica e nella cultura.
Se Laetitia Romolino, matriarca della famiglia
di Napoleone, soleva dire che non giocava a
fare la principessa, notiamo come Elisa Baciocchi
- per contrasto - sia stata l'incarnazione ideale
della figura di principessa, al tempo stesso
assoluta e illuminata, che determina con decisione
e mano ferma l'andamento politico ed economico
del governo che sempre ha condotto in prima
persona, pure aiutata da un consorte intelligente
e a lei dedito.
Fiera, di una fierezza condita di buon senso
e gusto, così Roberto Mosi ritrae la
Baciocchi. Una donna tenace che vive e interpreta
un tempo dalle grandi con-traddizioni e anche
dai grandi spunti innovativi. Nobile per destino
familiare e non per nascita, Elisa Baciocchi
è un personaggio simbolo dell'epoca,
della bor-ghesia che pretende uno spazio decisivo
nella nuova, mobile società dell'Italia
napoleonica.
La ex borghese Elisa Bonaparte Baciocchi, divenuta
Sua Altezza, si veste della magnificenza di
una corte costruita secondo la misura di quella
parigina delle Tuileries, rivissuta però
con un approccio che distanzia Elisa dagli intrighi
di pa-lazzo e le permette di mantenere rapporti
autonomi con il clero e gli altri poteri, garantendo
a se stessa un potere assoluto, ma mediato da
entusiasmo e intelligenza.
Ritratta la protagonista, proseguiamone il viaggio.
Sarà bene rilevare una prima peculiarità
di questo saggio/guida: in grassetto sono evidenziate
alcune paro-le/stringhe chiave che vanno a costituire
una sorta di fil rouge prettamente sto-rico-geografico,
ponendo in rilievo i passaggi o i luoghi di
maggior importanza. Una sorta di sottotesto
(o sovratesto) che consente una meta-lettura
come a di-segnare una mappatura, per l'appunto.
Per ogni tappa un inquadramento storico (che
spazia dagli avvenimenti relativi alla città
"visitata" alla cronaca del passaggio
di Elisa) e, spesso, culturale e di costume
(dei costumi).
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Dargys
Ciberio, Roberto Mosi e Gordiano Lupi
Festival
BUK di Modena, 24 marzo 2013
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R.
Mosi, L’invasione degli storni, Gazebo
2012
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R.
Mosi, Sinfonia per Populonia, e-Book www.larecherche.it.
Il testo ora in Concerto, Gazebo 2013
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Ritratto
di Elisa Baciocchi di J. Franque. Biblioteca Marmottan,
Boulogne-Billancourt
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A
tale proposito, soffermandosi anche sulle innovazioni
apportate da Napoleone in ogni campo della vivibilità
urbana, lo sguardo di Mosi si concentra su gustosi
dettagli (i menu settimanali che erano soliti
consumare i fratelli Napoleone ed Elisa o ancora
la tecnica di conservazione delle derrate in uso
all'epoca) per poi abbracciare, per un capitolo
intero, la vita culturale a Parigi e nei domini
italiani durante il governo di Bonaparte. Complice
la passione della Baciocchi per la bellezza e
l'arte, è gioco facile per Mosi immergerci
nella magnificente sensibilità di Elisa
che, apprendiamo, fu risoluta nel condurre a fasto
qualsiasi luogo il suo piede toccasse (esemplare
l'episodio del Palazzo dei Cybo Malaspina, a Massa,
che la Baciocchi non esitò a trasformare
in residenza d'arte a pena di rimozione di incarichi,
minacce e sgombero di uffici, pur di recuperarne
ed esaltarne la vocazione principesca).
La nostra guida (Mosi o Baciocchi?) indugia poi
sulla toponomastica e addirittu-ra suggerisce
al lettore la strada migliore per raggiungere
la meta. La finzione è funzione di salto
temporale sul posto e così nel momento
in cui ci imbarchiamo (oggi, ieri?) dall'Isola
d'Elba per raggiungere Livorno ci imbattiamo nell'Imperatore
Napoleone che il 26 febbraio 1815 fece lo stesso
tragitto, vide gli stessi luoghi e ci appare nell'uniforme
verde di allora (descritta con dovizia di particolari)
scortandoci (dal passato, oggi?) verso la costa
per poi lasciarci e proseguire alla volta di Parigi.
La scoperta di luoghi, personaggi, storie rimane
sospesa al saluto di Elisa che, nel 1814, costretta
dagli eventi lascia la terra di Toscana. |
Ma
il libro di Mosi è ovviamente libro da leggere
e rileggere ancora come saggio storico e come guida
al territorio. Si parla di personaggi noti, di itinerari
inconsueti, di artisti, palazzi e feste, solitudini,
arrivi e partenze.
Può infine parlarsi di luoghi "altri"?
Se con ciò si intendono le cc. dd. eterotopie
(categoria di luoghi teorizzata da Michel Foucault;
per "eterotopia" si indica quel luogo in cui
i normali rapporti con lo spazio sono sovvertiti, ad
es. il cimitero o il manicomio) la risposta non può
che essere negativa. I luoghi in cui siamo stati guidati
da Mosi (e da Elisa) non sono luoghi altri né
altri luoghi (la città di Lucca era e rimane
tale e così le altre). Eppure non sono più
gli stessi luoghi del tempo precedente la lettura, dal
momento che li abbiamo attraversati nella storia e li
attraverseremo con la nostra esperienza alla luce del
loro passato e di chi, quel passato, ha reso luminescente
sino ad oggi. Forse potremmo definirli "luoghi
altrimenti" e tentare un parallelo con la fotografia,
in cui la stessa scena vista dai nostri occhi e inquadrata
dall'obiettivo del fotografo (con tutta l'esperienza
e la distorsione dello sguardo di chi scatta) si presenterà
la stessa eppure diversa. È dunque con un richiamo
alla "differenza" che, nel chiudere questo
percorso nel percorso, si invita a considerare il libro
di Mosi come un prezioso e stimolante taccuino di viaggio
che ci conduce ad un "differente" movimento
nello spazio tempo.
Da segnalare, per concludere, due utili appendici :
una cronologia dei principali episodi delle vite di
Elisa e Napoleone e una bibliografia commentata.
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