Paolo Virzì
FILMOGRAFIA
:. La bella vita (1994)
:. Ferie d'agosto (1996)
:. Intolerance (1996)
:. (episodio "Roma
Ovest 143")
:. Ovosodo (1997)
:. Baci e abbracci (1999)
:. My nime is Tanino (2001)
:. Caterina va in città (2003)
:. N (Io e Napoleone) (2006)
:. Tutta la vita davanti (2008)
:. L'uomo che aveva picchiato la testa
:. (2009) (doc.)
:. La prima cosa bella (2010)
:. Tutti i santi giorni (2012)
. Lo sceneggiatore Francesco
Bruni
Scialla
- Stai sereno (2011)
di Francesco Bruni
Regia:
Francesco Bruni. Soggetto: Francesco Bruni,
Gianbattista Avellini. Sceneggiatura: Francesco
Bruni. Fotografia: Arnaldo Catinari. Montaggio:
Marco Spoletini. Musiche: Amir Issaa e Ceasar
Procuction (tema musicale). Scenografia: Roberto
De Angelis. Costumi: Cristina La Parola. Produzione:
Beppe Caschetto, Rita Rognoni per IBC Movie e Rai
Cinema. Distribuzione: 01 Distribution. Interpreti:
Fabrizio Bentivoglio, Barbara Bobulova, Filippo Scicchitano,
Vinicio Marchioni, Giuseppe Guarino, Prince Manujibeya,
Arianna Scommegna, Giacomo Ceccarelli, Raffella Lebboroni.
Condominio
(1991)
di Felice Farina
Regia:
Felice Farina. Soggetto: Felice Farina e Paolo
Virzì. Sceneggiatura: Felice Farina,
Paolo Virzì, Francesco Bruni, Gianluca Greco.
Montaggio: Roberto Schiavone. Fotografia:
Carlo Cerchio. Scenografia: Tonino Zera. Costumi:
Cinzia Lucchetti. Musiche: Lamberto Macchi.
Interpreti: Carlo Delle Piane, Ottavia Piccolo,
Ciccio Ingrassia, Roberto Citran, Nicoletta Boris,
Riccardo Pangallo, laura Muccino, Chiara Noschese,
Fausta Maria Rigo, Carlo Virzì. David di
Donatello (1991) a Ciccio Ingrassia come miglior
attore non protagonista.
Il regista Paolo Virzì con la moglie |
Prima
di cominciare l'analisi del cinema di Paolo Virzì
da una pellicola a me cara come La bella vita (ambientata
nella mia città, dedicata a Piombino e alla crisi
siderurgica), credo sia opportuno pubblicare alcune
note su Scialla, debutto da regista di Francesco Bruni,
un talento indiscutibile, uno sceneggiatore che valorizza
il lavoro di Virzì. Un altro lavoro importante,
questa volta che anticipa le future commedie, è
Condominio, firmato da Felice Farina, ma scritto con
mano felice in collaborazione con la coppia Virzì
- Bruni. Le tematiche e i personaggi sono molto vicini
al futuro cinema dei due autori labronici, vera e propria
epopea provinciale, suggestiva poetica delle piccole
cose di gozzaniana memoria. (Gordiano
Lupi)
Scialla
- Stai sereno (2011)
di Francesco Bruni
Francesco
Bruni è bravo. Gli addetti ai lavori lo sanno
bene, il pubblico distratto meno, ma quasi tutte le
storie che Paolo Virzì ha portato al cinema
sono state scritte dalla prolifica penna di Bruni.
Scialla! è la sua prima regia, nel solco della
commedia l'italiana nuova maniera, che parte dalla
vita quotidiana, accenna a elementi drammatici, racconta
il mondo contemporaneo e termina con un lieto fine
realistico. Dolce ma non sdolcinata. Vera, lontana
mille miglia dalla fiction televisiva, ben calata
nella realtà. Bruni racconta una piccola storia
italiana ambientata a Roma, tra il mondo della scuola,
un controverso rapporto padre figlio e l'ambiente
dei piccoli spacciatori. Fabrizio Bentivoglio è
straordinario nei panni di Bruno, il professore disilluso
che ha mollato la scuola per scrivere biografie, per
raccontare la vita degli altri, attori come cantanti.
Non sopportava più le nuove generazioni, non
le capiva. In compenso si trova a combattere con Luca
(l'esordiente Scicchitano), un figlio ritrovato con
cui deve inventare un rapporto che non ha mai avuto,
e persino con il mondo della scuola dal quale era
uscito. Dialetto romanesco e gergo giovanilistico
a volontà: "scialla", "me so'
sciallato", "nun t'accolla"
,
bella fotografia seppiata di una Roma realistica,
musica rap mixata a momenti melodici, montaggio serrato
quanto basta e suspense narrativa da sceneggiatore
provetto. La cosa più bella di Scialla! è
l'analisi introspettiva dei personaggi, che non sono
macchiette, ma caratteri ben definiti, personaggi
ai quali ci si affeziona e si freme per le loro sorti.
Bentivoglio tratteggia un professore disilluso dalla
vita, cinico, uno scrittore fallito, ma anche un uomo
che - grazie al figlio - vorrebbe riscattare un'esistenza
distratta, lontana da ogni impegno. Il professore
divide la sua vita tra il ragazzo da accudire per
superare l'ostacolo scolastico e il libro da scrivere
su una pornostar che finisce per innamorarsi di lui.
"La cosa di cui avrei più bisogno è
dormire abbracciato a qualcuno", confessa il
professore. Pura poesia. Barbara Bobulova è
ben calata nel ruolo della pornostar imborghesita
che riesce ancora a innamorarsi. Molto ben scritte
le parti in cui il professore cerca di spiegare al
figlio il rapporto tra Achille e Patroclo, ma anche
il concetto di pietas greca. Altrettanto suggestiva
la scena in cui il ragazzo prende in spalla il padre
come fece Enea con Anchise, ma lui che non è
un grande studente lo chiama Ascanio. Scicchitano
è un perfetto sedicenne, un adolescente svogliato
e insicuro che piacerà ai suoi coetanei, un
ragazzo vero, calato in un ambiente scolastico per
niente artefatto. Persino i personaggi più
irreali sono ben delineati. Si pensi al poeta, il
piccolo spacciatore che protegge il professore dopo
averlo riconosciuto come l'insegnante di italiano
delle superiori, il solo che gli abbia trasmesso dei
valori. "Quanto ci manca Pasolini, professore!",
dice. Vero che il finale profuma un po' di fiaba,
ma è riscattato da un'ultima sorpresa, quando
il figlio chiede di essere bocciato perché
non merita sconti. "Mi davano tre materie. Mi
giocavo l'estate", dice al padre allibito. Una
poetica lunga sequenza cita il Nanni Moretti di Caro
Diario con il padre che vaga per Roma in motorino
e immagina il figlio a ogni angolo di strada intento
a fare un mestiere diverso (lavavetri, militare, cameriere
).
Originale la trovata dei titoli di coda che scorrono
a destra, mentre a sinistra assistiamo al divertente
colloquio tra il professore e il poeta che discutono
su come scrivere un libro di successo raccontando
la vita criminale dello spacciatore
Il cinema italiano non è morto se è
in grado di raccontare ancora piccole ma intense storie
che profumano di vita vera. Il segreto sta nel partire
dal racconto, dalla scrittura filmica, senza troppa
pretenziosità intellettuale. Bravo Bruni. Confidiamo
in te, ma anche in Cerami, Virzì e altre perle
di un piccolo cinema italiano che può tornare
grande e sempre meno provinciale.
Condominio (1991)
di Felice Farina
Il
ragionier Michele Marrone si trasferisce con moglie
e figlie in un enorme condominio di un quartiere romano
composto da quattro scale e quattrocento alloggi.
Accetta l'incarico di amministratore ma si trova sommerso
dai problemi. Il vecchio amministratore era un imbroglione
che è scappato con i soldi, i condomini non
sono migliori, le bollette e le quote scadute sono
molte, mentre le liti non mancano. Marrone è
un uomo tenace quanto gentile, suona alle porte con
modi cortesi, si fa aiutare dai più volenterosi,
ottiene i primi successi. Il maresciallo Gaetano Scarfi
lo appoggia in modo disinteressato, mentre lo stesso
amministratore anticipare il suo denaro per svolgere
lavori. Incontriamo molti personaggi: Adelaide, matura
estetista nubile; Pasquale Sciarretta, dipendente
Alitalia abbandonato dalla moglie; Roberto Sgorlon,
impiegato dei telefoni impiccione; Lia, ragazza madre;
un anziano garagista, piccoli impiegati, donne di
casa alle prese con i problemi quotidiani, giovanotti
sfaccendati e scapestrati. Marrone risolve un sacco
di problemi e insegna ai condomini come vivere nell'interesse
comune, poi viene trasferito in un'altra città
e lascia una comunità radicalmente cambiata.
Tutti lo rimpiangono ma grazie a lui sono diventati
meno egoisti.
Un piccolo gioiello di film che viene accolto bene
dalla critica.
"Il regista romano Farina tesse con grazia ironica
il suo piccolo arazzo. La sceneggiatura ha dei vuoti,
e nel racconto manca un pizzico di cattiveria. Farina
mette a frutto il suo spirito d'osservazione dipingendo
figure e figurine con gusto del colore. Muovendosi
lungo la tastiera del tenero e del grottesco, conferma
l'attenzione dei nuovi talenti registi italiani nei
confronti del sociale e insieme rinfresca la vecchia
tradizione della commedia di costume. Una ventina
di attori danno vivacità e freschezza al film.
(Giovanni Grazzini, Il Messaggero, 31 marzo 1991).
"Trasferitosi con la famiglia dal Sud in un palazzone
della Magliana, alla periferia di Roma, puntiglioso
ragioniere è nominato amministratore del condominio.
Aiutato da un ex poliziotto, cerca di risanare la
situazione in nome della solidarietà e degli
interessi comuni. Favola metropolitana in forma di
commedia dolceamara a mosaico con qualche scivolata
nella demagogia sentimentale, ma con molti meriti
tra cui il gusto e la capacità di costruire
sequenze senza dialogo e una gustosa galleria di figure,
disegnate con brio, tra le quali spiccano la parrucchiera
smaniosa di Ottavia Piccolo e la madre fiorentina
di N. Boris. Tra gli sceneggiatori, Paolo Virzì.
(Il Morandini, Dizionario dei film - Zanichelli -
giudizio: due stelle e mezzo).
"Dopo Sembra morto ma è solo svenuto (piccola
sorpresa della Settimana della Critica veneziana del
1986), l'invisibile Affetti speciali, e la parentesi
di un episodio di Sposi, un film prodotto da Pupi
Avati, Felice Farina approda con la sua ultima fatica
a un condominio della Magliana, un quartiere della
periferia della capitale. Nel condominio di Farina
arriva un ragioniere zavattiniano, costretto a trasferirsi
a Roma con moglie e due figli per motivi di lavoro.
I personaggi di Condominio divergono dai modelli imposti
dal cinema-verità alla Risi-Tognazzi; sono
dei perdenti, che vivono la loro vita in uno stato
quasi ipnotico, dal quale faticano a tirarsi fuori.
L'impatto con la vita di ogni giorno riesce difficile
e le loro maschere sono troppo tenui per poterli difendere.
Il film è stato ambientato dal regista in uno
dei quartieri che più di altri vive ogni giorno
storie di ordinaria violenza e indifferenza. Una particolare
citazione va riservata ad un meraviglioso Ciccio Ingrassia,
che con una recitazione mai sopra le righe riesce
a donare tutta la amarezza di un vecchio triste per
la lontananza di un figlio che non si fa vivo, e il
dolore per la tragica morte di una moglie molto amata".
(Fabrizio Liberti, Cineforum n.304, maggio 1991).
Paolo Mereghetti concede due stelle: "In un palazzone
della disastrata Magliana un timido ma puntiglioso
inquilino (Delle Piane) viene nominato amministratore
condominiale: spalleggiato da un ex poliziotto (Ingrassia),
cercherà di far prevalere le ragioni della
convivenza e della solidarietà. Il regista
impagina una riuscita galleria di ritratti (come l'estetista
in tutta di finto leopardo disperatamente sola interpretata
da Ottavia Piccolo) in un film gradevole, dichiaratamente
ispirato al cinema popolare che sarebbe piaciuto a
Zavattini e che, come quello, rischia di scivolare
nel patetismo. Il giornalista tv Antonio Lubrano interpreta
se stesso,. Sceneggiatura di Paolo Virzì, Francesco
Bruni, Gianluca Greco e del regista".
Pino Farinotti assegna tre stelle: "Terza pellicola
per il regista Felice Farina. Il tema è quello
scottante dell'amministrazione dei condomini. In chiave
commedia all'italiana vecchio stampo, girato con garbo,
il film narra le gesta, si fa per dire, di un amministratore
modello. Oltre a essere diligente, onesto e attento,
riesce anche a sanare tutti i problemi e le manovre
illegali messe in atto dai precedenti amministratori".
Roberto Poppi: "Condominio è la storia
di un gruppo di persone ritratte nella loro quotidianità,
realista e ricco di felici notazioni psicologiche".
Felice Farina (1954) è un regista che proviene
dal teatro, fotografo, attore, sceneggiatore e documentarista.
Comincia a recitare nei teatri di cantina dell'avanguardia
teatrale romana, si avvicina al cinema grazie alla
passione per la tecnica e la sperimentazione, si occupa
di animazione, effetti speciali, tecniche di ripresa.
I suoi primi lavori sono cortometraggi (Il mentitore,
1982) e documentari industriali, si occupa di alcuni
programmi per Rai Due e Rai Tre. Il suo film d'esordio
è Sembra morto
ma è solo svenuto
(1986), ben accolto dalla critica. I suoi lavori di
fiction più riusciti sono le commedie Condominio
e Bidoni (1995). Produttore indipendente con la Ninafilm,
società di produzione di cinema e audiovisivo
con cui realizza documentari per programmi Rai.
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