The butterfly room - La stanza
delle farfalle (2013)
di Jonathan Zarantonello
Regia: Jonathan Zarantonello. Soggetto: Jonathan
Zarantonello (tratto dal suo romanzo Alice dalle 4 alle
5). Sceneggiatura: Paolo Guerrieri, Luigi Sardiello
e Jonathan Zarantonello. Casting: Ellary Eddy. Musica:
Pivio & Aldo De Scalzi. Montaggio: Clelio Benevento.
Scenografia e Costumi: Alessandra Montagna. Fotografia:
Luigi Verga. Produttori Esecutivi: Ethan Wiley &
Mark Moran. Produttore Associato: Giovanni Di Pasquale.
Produttore: Enzo Porcelli. Produzione: Achab
Film, Emergency, Exit Pictures in collaborazione con Rai
Cinema e Wiseacre Films. Interpreti: Jasmine Jessica
Anthony (Dorothy bambina), Barbara Steele (Ann), Joseph
H. Johnson Jr. (Chris), Ray Wise (Nick), Ellery Sprayberry
(julie), Erica Leerhsen (Claudia), James Karen (Tassidermista),
Julia Putnam (Alice), Emma Bering (Monika), Lorin McCraley
(Crazy Man), Adrienne King (Rachel), Joe Dante (Taxi Driver),
Matthew Glen Johnson (William), Heather Langenkamp (Dorothy),
Camille Keaton (Olga), Kirk Diedrich (Large Neighbor), Autumn
Wendel (Lauren's Daughter), P.J. Soles (Lauren), Jennifer
Saygan (Farmacista), Paolo Zelati (Taxi Driver), Vito La
Morte (Padre di Dorothy), Stephen West, Massi Furlan. Esterni:
Los Angeles, Santa Monica, Redondo Beach (USA).
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Finalmente
un grande film italiano, tra l'altro girato da un regista
indipendente, un giovane autore che fino a oggi mi aveva
lasciato piuttosto perplesso. La stanza delle farfalle
sarebbe piaciuto a Hitchcock, per il crescendo di tensione
e la continua suspense da cui è pervaso, ma anche
a Lucio Fulci, per il tema legato ai bambini che non
devono crescere (Non si sevizia un paperino). Barbara
Steele torna da protagonista in una produzione italiana,
dopo aver impersonato la donna - strega del gotico anni
Sessanta, essere stata musa felliniana, abile interprete
di erotici e thriller inquietanti. |
Il
regista punta molto sulla sua personalità di attrice
credibile nei panni di una donna terrificante, che prima
tenta di uccidere la figlia per non vederla crescere, quindi
mostra una i segni psichici di un rapporto malsano con l'infanzia.
La storia è sceneggiata benissimo, procede per salti
temporali, narrando tre eventi: la follia scatenata dal
tentato infanticidio, l'esecuzione di una vittima conservata
come una farfalla nella stanza sacrario e un ultimo tentativo
di sottomissione compiuto dalla inquieta megera.
Tutto torna, alla fine, tra omicidi efferati (ma non esibiti)
e un crescendo di tensione sottolineato da una colonna sonora
a base di percussioni e musica sintetica. Barbara Steele
è perfida quanto basta, subito in primo piano con
una maschera grinzosa segnata dal tempo, mentre assiste
terrorizzata alle mestruazioni della figlia in una vasca
da bagno. Zarantonello cita Argento a più non posso.
Lo specchio nel corridoio stile Clara Calamai in Profondo
Rosso, le bambole e i giocattoli per bambini, tutto marginale
nell'economia della pellicola. La protagonista viene descritta
benissimo, la psicologia di un carattere disturbato è
sviscerata nei minimi particolari: la mania per le farfalle,
l'amore - odio per i bambini, un malinteso senso morale
che la porta a punire ciò che ritiene ingiusto. Barbara
Steele spaventa davvero quando impugna mazza e spillone,
incute timore e repulsione quando la vediamo uccidere a
sangue freddo e insidiare bambini inermi. Il regista raggiunge
lo scopo, usa con perizia la tecnica del flashback a ritroso,
un montaggio al contrario che scorre rapidamente, già
visto in lavori precedenti, ma qui perfezionato. Un film
claustrofobico, girato quasi tutto in interni, più
thriller angosciante e pellicola drammatica che horror,
ma è inutile classificare, visto che ci troviamo
di fronte a un lavoro riuscito.
Si resta incollati allo schermo sino alla parola fine
e - anche se a volte la sceneggiatura è prevedibile
- tutto è realizzato con la massima cura e il
rispetto per lo spettatore. Barbara Steele è
una strega moderna, un orco al femminile, una serial
killer psicopatica, una Barbablù in gonnella
che nella stanza proibita nasconde un orrendo segreto.
Il finale è angosciante, anche se il regista
- per fortuna! - evita facili effettacci da torture
porn stile horror nordamericano che hanno stancato tutti.
Il crescendo di follia della protagonista è descritto
con tante immagini e poche parole, catapultando lo spettatore
in un delirio senza fine. |
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La
fotografia nitida, il montaggio serrato, l'uso appropriato
della soggettiva e la recitazione ottima (persino i bambini!)
fanno de La stanza delle farfalle un prodotto interessante,
uno dei migliori film italiani visti negli ultimi anni.
Purtroppo esce a fine stagione, in pochissime copie e non
saranno in molti a vederlo.
Gordiano
Lupi
www.infol.it/lupi
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E CINEMA
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