(a cura di Maurizio Silvestri) |
TRILUSSA
E CIANO
Ed
è subito GIALLO
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Il manoscritto di Trilussa
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La
poesia di Trilussa ci è stata data
da un nostro collaboratore. Poco dopo un lettore
ci porta due componimenti che dovevano essere
pubblicati sul Telegrafo nel 1937. Infine
ci arriva una foto di un bel mobile degli
anni trenta. Tre eventi diversi, del tutto
scollegati tra loro ma con un soggetto comune:
Galeazzo Ciano, una delle figure più
controverse del regime fascista. Nato a Livorno
il 18 marzo del 1903 e fucilato a Verona l'11
gennaio 1944 Ciano è stato considerato
da molti uno snob, un uomo con poco spessore,
aperto alla corruzione ed alla crudeltà
(per il comportamento tenuto in Albania),
fu anche visto come un traditore (e morì
per questo); secondo altri, invece, sarebbe
stato l'unico a combattere seriamente la pericolosa
alleanza tra Italia e Germania. Di certo fu
un uomo intelligente che visse coerentemente
le proprie idee fino alla fine; gli fu attribuita
la capacità di una visione politica
più acuta di quella del Duce ed un
coraggio personale più forte di quello
del Re. Ma torniamo a noi, ai tre eventi dei
quali parliamo meglio.
Di
Trilussa abbiamo trovato una poesia,
il cui testo è riportato in queste
pagine, con la quale il poeta romano
(al secolo Carlo Alberto Salustri nato
a Roma il 26 ottobre 1871 e morto il
21 dicembre 1950), si rivolge a Costanzo
Ciano, il padre di Galeazzo rievocando
la tragedia della morte del figlio e
sostenendo che, in fondo, il genero
di Mussolini (Galezzo aveva sposato
la figlia del Duce) era un livornese
comunista.
In margine al componimento che pare
rivolto ad un certo Primo, Trilussa
raccomanda all'amico di bruciare la
pagina e gli dà appuntamento
a Roma a Campo de fiori. "Quando non
piove". Che significa? Si tratta di
un messaggio in codice? andarci quando
piove significa che il fuoco sarà
spento? |
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Campo
de fiori è il luogo dove è
stato bruciato Giordano Bruno. Tra l'altro
il componimento è datato 28 dicembre
1943, anno XXI dell'era fascista e quindi
13 giorni prima dell'inizio del processo-farsa
di Verona, cui seguì l'esecuzione
di Galeazzo (per il quale occorsero
due colpi di grazia alla testa oltre
alla scarica del plotone di esecuzione).
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Altro episodio con Galeazzo protagonista nella
nostra redazione, le due poesie dedicategli
dal livornese Carlo Panciatici, autore di
molte odi. Quelle che abbiamo noi erano indirizzate
al Telegrafo, vista la lettera di accompagnamento
al direttore Umberto Rodinis. Sarebbero dovute
andare sul giornale il 18 marzo del 1937.
Perché è accaduto tutto questo?
Ovvero perché questi due episodi incentrati
su Galeazzo Ciano? Qualche lettore sa darci
delle spiegazioni? Da parte nostra ricordiamo
che secondo gli Orientali niente avviene per
caso. Ma francamente non riusciamo a capire
il nesso di quanto accadutoci. Riteniamo comunque
doveroso dedicare questi spazi al livornese
scomparso. Riservandoci di parlare, nei prossimi
numeri in maniera più diffusa della
famiglia Ciano e del ruolo che ha avuto per
Livorno.
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