Pagine di Storia: Una storia partigiana
di Otello Chelli



Livorno, già fortemente distrutta dai pesanti bombardamenti, rischiò di essere completamente distrutta dalla decisione del Comando Alleato che ritenendo la città porto una autentica fortezza e non volendo rischiare perdite ingenti di soldati, aveva preso questa drammatica decisione. A salvare Livorno furono due partigiani, Francesco "Cecco" Paggini e Gino Tosi, uomo che, in seguito, noi "ragazzi di vita" conoscemmo bene come un compagno fidato. La storia inizia con questi due giovani combattenti, appartenenti al 10° Distaccamento Partigiano "Oberdan Chiesa"che ebbe un ruolo importante nella liberazione della città, fungendo da avanguardia alle truppe della V^ Armata, quindi correndo tutti i pericoli insiti nel ruolo. I due si erano già impegnati coraggiosamente in numerose imprese, ma la loro azione più importante fu quella compiuta al termine di una missione affidata ai partigiani dal Comando Alleato.
Una pattuglia della quale facevano Luciano Montelatici, Michele Carlesi, "Cecco" Paggini e Gino Tosi, i primi giorni di luglio, dopo faticose e anche fortunate peripezie attraverso il territorio ancora controllato dai nazisti, riuscì a riconsegnare ai suoi il pilota americano Ernest Kulik, lanciatosi dal suo aereo in fiamme e accolto, ferito gravemente, dai partigiani che lo avevano curato e lo riconducevano nelle linee alleate. Raggiunta Vada e consegnato il pilota al maggiore Harry Carl Kait, responsabile del Civil Affairs Officer, questi comunicò loro come il Comando Alleato aveva urgente bisogno di informazioni sul sistema difensivo della Wehrmacht, la dislocazione delle batterie e delle aree minate all'interno della città, allo scopo di impedire un ultimo, terribile e disastroso bombardamento che avrebbe finito per distruggerla completamente. Ad offrirsi di raccogliere quelle preziose informazioni furono "Cecco" Paggini e Gino Tosi. Un viaggio abbastanza agevole da Vada a Castiglioncello, ma da quella ridente località il cammino fu assai faticoso e ricco di pericoli. I due, per nascondersi meglio fino a destinazione, si arrampicarono sulle ripide scogliere e tuffandosi in mare nuotarono per lunghi tratti sotto costa, così da non essere avvistati dai nazisti trincerati sulle colline circostanti. Infine raggiunsero Chioma e, mortalmente stanchi, ma decisi, a compiere la missione che avrebbe salvato quel che restava della città e del suo porto, alla fine raggiunsero il Distaccamnto dislocato a Quarata. Dal Comando ottennero le più dettagliate informazioni e con l'aiuto della Giunta Militare del C.L.N. fu possibile redigere una dettaggliata carta tipografica. I due coraggiosi partigiani, ormai in possesso delle informazioni indispensabili ad evitare il bombardamento di Livorno, attraversarono arditamente il territorio infestato dai tedeschi per non sciupare uil prezioso documento e, correndo parecchi pericoli e superando le postazioni naziste, ritornarono dal maggiore Harry Carl Kit, consegnandogli la carta topografica, Fu davvero un'azione molto importante quella che scongiurò ulteriori, già programmate, distruzioni aeree alla loro Livorno. Grazie ai rapporti di fiducia ormai creatisi tra il Comando Americano e il Distaccamento della "Oberdan Chiesa", Gino Tosi e "Cecco" Paggini vennero arruolati nella 804^ Tank Destryer Battallion come partigiani guida e indossarono la divisa dell'esercito statnitense. In quella veste parteciparono alla liberazione delle colline e della città, nella quale entrarono trionfalmente sui carri armati della 5^ Armata. Recentemente una targa con i loro nomi è stata posta alla torre dei Piloti del Porto, ma a dire la verità, l'azione compiuta da questi due livornesi che impersonarono davvero lo spirito rivoluzionario e risorgimentale della Città che si oppose all'armata austriaca, avrebbero meritato un posto migliore nel pantheon della storiografia e nella memoria della Resistenza.
 
 

IL QUINTOMORO
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